
Riforma cittadinanza: limite a due generazioni
- 28 Marzo 2025
- nicolò vallini vaccari
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Il governo ha autorizzato l'emanazione di un decreto legge di riforma delle norme sulla cittadinanza italiana. Questi cambiamenti mirano a rendere più accessibile la formazione medica e a rivedere i criteri per il riconoscimento della cittadinanza, con l'obiettivo di garantire maggiore equità ed efficienza nel sistema. In poche parole, il Governo vuole imporre un limite per il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis: a poter avanzare la richiesta saranno solo le persone che hanno entro le due generazioni precedenti un cittadino italiano.
Nuove Regole e nuovi limiti di generazioni per la Cittadinanza iure sanguinis
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera per l'emanazione di un decreto legge sul c.d. "pacchetto cittadinanza". Questo decreto, una volta emesso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, introdurrà una serie di misure per regolamentare il riconoscimento della cittadinanza italiana all'estero.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato che il principio dello ius sanguinis rimarrà in vigore, ma verranno introdotti limiti per evitare abusi e fenomeni di commercializzazione dei passaporti italiani. La nuova normativa prevederà che solo i discendenti con almeno un genitore o un nonno che siano cittadini italiani potranno ottenere automaticamente la cittadinanza.
Le fasi della procedura
La riforma verrà attuata in due fasi:
- Fase 1 - Decreto Legge Immediato: Alcune norme entreranno in vigore subito, ponendo limiti chiari ai riconoscimenti automatici.
- Fase 2 - Riforma Organica: Verranno introdotte modifiche più profonde, tra cui l'obbligo per i cittadini nati e residenti all'estero di dimostrare un legame effettivo con l'Italia almeno una volta ogni 25 anni. Inoltre, il riconoscimento della cittadinanza non sarà più gestito dai consolati, ma da un ufficio centralizzato presso la Farnesina.
Cos’è un Decreto Legge e Come Funziona?
Un decreto legge è un atto normativo con forza di legge adottato dal governo in casi di necessità e urgenza. Questo strumento consente di introdurre immediatamente nuove disposizioni senza dover passare per l'iter parlamentare ordinario. Tuttavia, per diventare definitivo, un decreto legge deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni dalla sua pubblicazione. In caso contrario, perde efficacia retroattivamente.
Il decreto legge entra in vigore subito dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e può subire modifiche durante il processo di conversione in legge da parte delle Camere. Questo strumento è spesso utilizzato per rispondere rapidamente a emergenze legislative, come nel caso della riforma qui descritta.
Ad oggi, 28 marzo ore 19:17, non risulta sia stato pubblicato il decreto legge nella Gazzetta Ufficiale. Non conosciamo le tempistiche del Governo, ma è certo che per beneficiare della normativa prima che questa venga riformata è necessario procedere il più rapidamente possibile (il tutto salvo eventuali regimi intertemporali eventualmente previsti dal decreto legge).
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