
Riabilitazione. Come pulire la fedina penale
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Come si possono eliminare le conseguenze di una condanna e “pulire la fedina penale” con l’aiuto dell’avvocato. Grazie alla riabilitazione.
LA RIABILITAZIONE
Spesse volte, si rende necessario produrre la propria fedina penale (il casellario giudiziale). La presenza di una condanna penale, anche risalente nel tempo, può ostacolarti nell’ottenere, ad esempio, la cittadinanza italiana od il ricongiungimento con i tuoi familiari o, semplicemente, il rinnovo del permesso di soggiorno. Esiste uno strumento giuridico, però, che può eliminare le condanne penali e pulire la tua fedina. Si tratta della riabilitazione, prevista dall’art. 178 c.p.. Con l’avvocato Vallini Vaccari puoi quindi chiedere di cancellare gli effetti negativi dei tuoi precedenti penali.
DI COSA SI TRATTA
L’articolo 178 del codice penale rubricato “ Riabilitazione” recita: La riabilitazione estingue le pene accessorie ed ogni altro effetto penale della condanna, salvo che la legge disponga altrimenti.
La riabilitazione viene infatti annotata sul certificato penale da parte della cancelleria del Giudice che l’ha emessa. La riabilitazione consente quindi il reinserimento del soggetto nella società, eliminando gli effetti negativi della condanna.
DOPO QUANTO TEMPO SI PUO’ OTTENERE LA RIABILITAZIONE
Si può chiedere la riabilitazione quando siano passati tre anni dal giorno nel quale la pena principale sia stata eseguita o si sia estinta in altro modo. Se era stata concessa la sospensione condizionale della pena, il termine di decorrenza inizia dallo stesso momento dal quale decorre il termine di sospensione della pena e, quindi, dal passaggio in giudicato della sentenza. In caso di affidamento in prova al servizio sociale, il termine decorre dal momento in cui la prova si sia conclusa.
LA BUONA CONDOTTA: UN ALTRO REQUISITO DELLA RIABILITAZIONE
La legge chiede, quale ulteriore requisito, che il condannato abbia dato “prove effettive e costanti” di buona condotta. Il concetto di buona condotta va riferito esclusivamente alle esigenze del diritto penale ed è sinonimo di «risocializzazione», cioè conformazione da parte del condannato ai precetti del vivere civile.
Per dimostrare la buona condotta, ad esempio, si possono valorizzare l’occupazione lavorativa lecita e stabile, il tenore di vita onesto e corretto e l’abbandono assoluto di ogni frequentazione o rapporto illecito.
L’avvocato Vallini Vaccari è esperto di diritto dell’immigrazione.
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IL PAGAMENTO DELLE OBBLIGAZIONI CIVILI DERIVANTI DAL REATO
Il condannato deve dimostrare di essersi pentito. Il primo elemento della buona condotta, quindi, è quello dell’aver risarcito il danno alla persona offesa dal reato. Inoltre, deve aver pagato le eventuali spese processuali (cd. spese di giustizia).
E se la parte offesa, durante il processo, non ha chiesto alcun risarcimento?
In questo caso, per ottenere la riabilitazione penale, occorre dimostrare di aver almeno cercato di contattare la persona offesa e di averle offerto un risarcimento del danno.
CASI DI ESCLUSIONE
La riabilitazione non può però essere concessa quando il condannato:
- Sia stato sottoposto a misura di sicurezza, tranne che si tratti di espulsione dello straniero dallo stato o di confisca, e il provvedimento non sia stato revocato.
- Non abbia adempiuto le obbligazioni civili derivanti dal reato, appunto, salvo che dimostri di trovarsi nell’impossibilità di adempierle.
PROCEDURA PER OTTENERE LA RIABILITAZIONE
Per ottenere la riabilitazione occorre rivolgersi, tramite un avvocato, al Tribunale di Sorveglianza competente. Nello Studio Legale Vallini Vaccari, l’avvocato Nicolò Maria Vallini Vaccari e l’avvocato Carlotta Frassoni, esperta di diritto penale, possono aiutarti nell’ottenere la riabilitazione penale.
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