Colpa medica e danno iatrogeno differenziale

Colpa medica e danno iatrogeno differenziale

Nel panorama del diritto medico-legale, il concetto di colpa medica e di danno iatrogeno differenziale assumono una rilevanza crescente, specialmente nel contesto della responsabilità medica e della malasanità. Questo articolo esplora in dettaglio il significato di questo termine, le implicazioni legali e i criteri di liquidazione.

Cos’è il danno iatrogeno differenziale?

Il danno iatrogeno differenziale si riferisce al peggioramento delle condizioni di salute di un paziente, già malato, causato da negligenza medica, che quindi aggrava una lesione preesistente. È il danno ulteriore innescato da un trattamento medico errato, distinto dal danno biologico generale, che comprende tutte le conseguenze negative per la salute derivanti dalla patologia in essere. Questo tipo di danno è fondamentale in contesti legali, dove la responsabilità del medico e la quantificazione precisa del danno diventano cruciali per il risarcimento. Spesso, infatti, i pazienti che subiscono un danno da malasanità presentano già forme di invalidità o lesioni ed il danno causato dai sanitari va ad aggravare una condizione patologica in parte compromessa.

Criteri di liquidazione del danno biologico differenziale

La liquidazione del danno biologico differenziale segue i criteri della causalità giuridica. Quando un errore medico causa un aggravamento delle condizioni di salute, il calcolo del risarcimento si basa su due valori chiave:

  1. Danno Complessivo: È necessario determinare la percentuale totale di danno attribuibile, ad esempio il 50%.
  2. Danno Non Imputabile all’Errore Medico: Questa percentuale rappresenta il danno che non può essere collegato all'azione del medico, ad esempio il 30%.

Il risultato per la liquidazione del danno differenziale si ottiene sottraendo il secondo valore dal primo (50% - 30%), generando un risultato del 20%. È importante notare che il valore economico corrispondente a questa percentuale dovrà considerare una progressione geometrica, piuttosto che aritmetica, delle tabelle di invalidità. Questo approccio garantisce che il risarcimento rispecchi adeguatamente l’impatto sulla vita del paziente.

L’ipotesi delle menomazioni coesistenti e non concorrenti

Quando coesistono menomazioni, di cui una non attribuibile all’errore medico e l’altra ad esso riconducibile, la questione del risarcimento per danno differenziale diventa più complessa. È possibile riconoscere il diritto a questo risarcimento solo se si dimostra, tramite un giudizio controfattuale ex post, che le due menomazioni siano in rapporto di concorrenza e non semplicemente in coesistenza. Ad esempio, se un paziente ha postumi di un infarto non legati all'errore medico e postumi di ischemia cerebrale causati da un’intervento negligente, è necessario stabilire se l'infarto aggrava gli effetti dell'ischemia cerebrale. Se si accerta che la prima menomazione influisce negativamente sulla seconda, il diritto al risarcimento per danno differenziale può essere riconosciuto (Cass. civ., Sez. III, Ord., 30/07/2024, n. 21261).

Conclusioni

La liquidazione del danno iatrogeno differenziale richiede un’analisi attenta e rigorosa della causalità giuridica e delle interrelazioni tra le diverse menomazioni. La giurisprudenza continua ad evolversi per fornire linee guida chiare per il risarcimento dei danni, garantendo una protezione adeguata per i pazienti lesi da errori o omissioni nel trattamento medico. Questo approccio non solo assicura un giusto risarcimento ma contribuisce anche a migliorare la responsabilità e l’efficacia nel settore sanitario, per la tutela dei diritti dei pazienti.

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